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La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo.

Idea , progetto di Marco Leone Barone Saccardi  
 
 2014
“La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo”
Autore: Gaspare Mutolo
a cura di : Laboratorio Saccardi
intervento di Giorgio Bongiovanni
Data: inaugurazione Sabato 11 ottobre 2014
Spazio Cannatella
Via Papireto 10 Palermo

“In questa acquiescenza, in questo nullismo, in questo bagno di omologazione di Stato – purché si accetti al di là del bene e del male, al di là della coscienza applicata, al di là della demagogia democratica, al di là della democrazia in tutti i sensi deprimente e depressa, al di là di nostalgie imbecilli di tiranni etc. – io trovo davvero che Poggiolini e Riina abbiano un magnete, un carisma (o carisma che dir si voglia anche artistico) che non hanno tanti condomini della nazione italiana. L’Italia è un condominio di piattume, di piattole rompicoglioni, insensate e squallide.”
Carmelo Bene
Il laboratorio Saccardi e lieto di presentare: “La pittura selvaggia di Gaspare Mutolo” toglietevi i panni borghesi ed indignati per favore e chiedetevi cosa ci fanno il più importante ex-broker d’eroina del pianeta ed il Laboratorio Saccardi. Sostanzialmente solo una mostra di pittura, fatta da un uomo che impregna le sue tele con l’unico colore che ha a disposizione, la sua rabbia selvaggia, con l’unica scuola a cui appartiene, quella della strada prima e del carcere poi, la redenzione e la sua voglia di riscatto sociale, no non è una provocazione questa mostra, né un vezzo naif, è un percorso spirituale che supera modi mode e contenuti dell’arte, e del suo mondo patinato fatto di conventicole super snob e di mostre da aperitivo milanese, per arrivare ad un meccanismo di rivincita sulla vita, per raccontare la redenzione di un uomo attraverso la materia alchemica della pittura, il suo corpo astratto e surreale, quasi metafisico e celeste fatto di colori puri e di pennellate semplici, anche di scritte retoriche se è il caso perché no. C’è stato un uomo molto cattivo che ha ucciso dei suoi simili, forse spacciando e vendendo droga proprio a quei protagonisti tanto venduti ed ammirati dell’arte moderna e contemporanea o alle rock star che gli attuali giovani hipster idolatrano. C’è stato un uomo che ha svenduto la sua terra, ma lo ha fatto in nome di un codice d’onore in cui credeva fermamente, un codice di valori che non apparteneva a nessuno di noi, ma che infondo è in ogni siciliano, nessuno vuole condividere o riabilitare quei valori, qui si riabilita l’uomo e per l’ennesima volta l’arte, l’arte come salvezza e come redenzione. L’arte alla ricerca di quella etica ancestrale che è dentro noi tutti siciliani e che no, non ha generato quel male chiamato mafia, aldilà di possibili moralismi, perché la mafia è dentro di noi ma è anche fuori spalmata nel cemento delle nostre città, ma siamo noi a volerla anche se si trova nella nostra aria, nella nostra acqua, nel ceto medio semicolto come nel sottoproletariato, polverizzata nel vento come l’amianto, e finché ogni siciliano non riconoscerà la sua parte mafiosa, difficilmente potrà combatterla ammesso che voglia farlo. Mutolo non è solo un pentito è un uomo che ha vinto la sua parte mafiosa abiurando a quei valori che per lui sono stati portanti, a quell’onore che per noi tutti è un disonore e che forse non è più disonorevole di vivere in questa nostra italietta, volendo fare un azzardo provocatorio, alla ricerca di quel carisma liberatorio che ormai appartiene solo ai criminali italici e non più agli artisti. La pittura ti risolve la serata o una vita intera, questa è una mostra sulla potenza della pittura e sulla volontà di potenza dell’arte, ascoltare il male per fare il bene e Mutolo è un artista perché spiritualmente ha voluto esserlo, non sta a noi stabilirne la grandezza, la sua vita è sicuramente un colossale capolavoro, e come Carmelo Bene stesso diceva non bisogna fare dei capolavori ma essere dei capolavori.

La storia di Gaspare Mutolo classe 1940 è decisamente troppo interessante troppo lunga, troppa avventurosa e tragica per essere raccontata in poche righe … per rendergli giustizia servirebbe dedicargli un bel film ….

Sulla sua vita sono stati scritti tantissimi libri, e ‘stato citato decine di volte in altrettanti Film d’autore per citarne l’ultimo “Belluscone “di Franco Maresco, e siamo lieti di essere stati noi Laboratorio Saccardi a convincere il restio Gaspare a partecipare alle riprese in veste di attore mascherato dietro richiesta dello stesso Maresco. Ormai sono più di 5 anni che il Laboratorio Saccardi si occupa della divulgazione della pittura di Mutolo. Per noi è stato naturale occuparci del suo lavoro, un atto dovuto della nostra ricerca antropologica sulla Sicilia. Per noi il Mutolo è un artista fondamentale, il pittore migliore e l’unico vero artista della scuola di Cosa Nostra, un artista contemporaneo incredibilmente sottovalutato dal sistema culturale Siciliano e nazionale.

Mutolo è un protagonista di quella che è ormai la nuova mitologia cattiva della Sicilia, la Mafia, un fatto umano quasi un movimento, a tratti una religione, con i suoi riti e le sue iniziazioni. Mutolo ha visto con i suoi occhi l’evolversi della storia italiana sia da spettatore che da attore.

Dall’inizio degli anni 70 fino all’85 fu il più importante broker di eroina del pianeta, tutta la droga che dall’intera Asia arrivava in occidente, Usa compresi, passava dal suo telefono e raramente dalle sue mani. Questo faceva di Mutolo uno dei mafiosi più importanti di Cosa Nostra di quegli anni. Nel tempo verrà più volte arrestato, e diventerà un importantissimo collaboratore di giustizia, terzo solo a Buscetta e Contorno. In carcere viene iniziato alla pittura grazie alle opere dell’ergastolano Mungo in arte l’Aragonese, dipingeva benissimo ricorda Mutolo, e fu lui a insegnargli i primi rudimenti. Ma è nell’87 al carcere Ucciardone di Palermo, che la pittura inizia a diventare per Mutolo una vera e propria svolta, inizialmente solo per combattere la noia attratto dalle opere del compagno di cella Alessandro Bronzini detto il Vampiro – “maestro” che in carcere insegnò a dipingere persino al boss Luciano Liggio, e che sino ad allora trascorreva le giornate leggendo Socrate ed i grandi filosofi nella cella antistante, Liggio alla fine decise di firmare lui stesso le tele prodotte da Mutolo e da  Bronzini ,  nell’88 realizzò una mostra personale presso la  galleria d’arte Marino in via Dante 17 a Palermo vendendo tutti i quadri . In seguito si scopri che i quadri furono acquistati da altri mafiosi che facevano a gara per aggiudicarsi le tele del Boss corleonese. Quella fu la prima vera esposizione del lavoro di Gaspare Mutolo il suo primo show anche se a beneficiarne fu Liggio, ma da allora Pittura e pentimento hanno veicolato riscatto sociale e morale, in un lento percorso di espiazione.

La sua pittura selvaggia, fantasiosa è una continua ribellione dello spirito contro la materia, pura comunicazione artistica. Vasi di Fiori, marine, file di case, tetti rossi della sua Pallavicino, sbarre alle finestre, paesaggi aperti e alberi in fiore, piovre e polpi che avvolgono paesi città persone, dipinti compulsiva-mente nel corso di questi anni in cui Gaspare Mutolo non hai smesso di raccontarsi.

L’opera di Mutolo è un chiaro e singolare percorso di redenzione di un uomo attraverso l’arte, con questa nuova mostra vogliamo ancora sottolineare la presenza di questo artista particolarissimo al sistema dell’arte che facilmente ne ignora l’importanza. La seconda personale Mutolo a Palermo da noi nuovamente curata, si svolgerà in uno spazio espositivo peculiare lo spazio Cannatela situato di fronte all’Accademia di belle arti di Palermo in modo che la parte più fresca degli amanti dell’arte della città, i giovani aspiranti artisti, possano essere i primi fruitori del progetto di Mutolo e possano osservare la sua arte e conoscere la storia di un uomo che da criminale si è evoluto in un pittore che oggi vive solo per la sua Arte.

Marco Leone Barone Saccardi  

 
 

Cagliari

 

Laboratorio Cucchi Saccardi

Gam Palermo dal 16 novembre 2014 al 10 febbraio  2015

CAGLIARI – MOSTRA DI ENZO CUCCHI E LABORATORIO SACCARDI
Palermo, GAM Galleria d’Arte Moderna
16 novembre 2014 – 25 gennaio 2015

 

Inaugurazione 15 novembre 2014 ore 18.30

Dal 16 novembre la Galleria d’Arte Moderna di Palermo ospita “cagliari”, una mostra di Enzo Cucchi e di Laboratorio Saccardi con installazioni, video, quadri e sculture che ripercorrono una ipotetica passeggiata per Palermo. Per l’artista piemontese, uno dei protagonisti della Transavanguardia che ha esposto in vari musei nel mondo, la prima volta in un museo siciliano. L’inedita collaborazione tra Enzo Cucchi e Laboratorio Saccardi si inserisce in un progetto ideato da Andrea Di Marco, che entusiasticamente lo avvi con una sua mostra prima di mancare, di indagine sui linguaggi della contemporaneit sviluppato in un territorio, quello di un Museo con una collezione storicizzata, estraneo, almeno secondo logiche tradizionali, a questo tipo di sperimentazioni. Un progetto portato avanti dall’Associazione Ars Mediterranea ne ha curato la realizzazione con il sostegno di Elenka s.r.l.. Le opere esposte sono frutto di un’intensa collaborazione tra Cucchi e i Saccardi il cui risultato la creazione di un’unica grande installazione costituita da pi elementi che non si sommano tra di loro ma si integrano come parti diverse di un unico organismo. Protagonista Palermo, citt crocevia del Mediterraneo, culla di storia, arte e tradizione ma da sempre lacerata da dilanianti contrasti. Quella tra Enzo Cucchi e Laboratorio Saccardi un amicizia di lunga data, un legame di stima reciproca oltre che di parentela “anti-stilistica”, un collegamento sapientemente coltivato negli anni, fatto di incontri e scambi di opinioni, idee e concetti comuni, di sperimentazione intorno all’oggetto pittorico e all’amore per la materia in genere. Negli anni il rapporto si consolidato, mentre il rapporto con l’amata-odiata Palermo di oggi si deteriorato e cos i lavori hanno finito per raccontare questa Sicilia ancestrale e selvatica di cui rimangono perennemente innamorati. Questa mostra la registrazione di tutto questo, un omaggio a una Palermo immaginaria ed immaginata, passata ma mai trapassata del tutto, sognata, quasi appartenente a un’altra dimensione, a un’altra isola del Mediterraneo. Pi incontaminata, pi pura forse, pi identitaria e definita, ammirevolmente pi ignorante e non certo pi bella, ugualmente mistica. Una Palermo tutta mentale, disegnata dal segno laser di Enzo Cucchi, dipinta a forza di colori ionizzati dal Laboratorio Saccardi nel nero dell’universo, una Palermo che si chiama Cagliari. Scrive la direttrice della Galleria d’Arte Moderna, Antonella Purpura: “La scelta del titolo – Cagliari, anch’essa luogo simbolo, capoluogo di un’altra grande isola – per indicare un progetto dedicato a Palermo, una chiara indicazione del senso spiazzante di tutta l’operazione: arte come elemento di riflessione e impietosa ricerca, capace di offrire un punto di vista straniato del vissuto quotidiano e della realtà.”

    CAGLIARI 

Venni catapultato in città tramite un ferry-boat tozzo nella forma ma sinuoso nella linea che teneva in mare. Ero in un binario sottomarino lastricato d’immagini.

Per quanto riguarda una eventuale presentazione, Enzo Cucchi e Laboratorio Saccardi non sono certo tipi da rappresentare, possono definirsi Artisti in quanto, seppur legati al figurativo, i lavori che producono non sono mai rappresentativi; mantengono una sorpresa costante, non sono melmosi di significati dati. Cucchi e i Saccardi sono più vicini alla rappresaglia che alla rappresentazione.

Il libro che avete in mano vuol esser una “tesa testimonianza”. Un oggetto che possegga la propria autonomia rispetto al progetto, un libro che abbia una storia a sé; …che non sia un catalogo che mostri solamente ciò che c’è in mostra (…), ma che abbia delle vene nascoste che pompano larve di pensieri futuri.

L’Arte è figurativa, ma non deve mai divenire iconica. Se ciò accade, il potere si è appropriato dell’Arte, l’icona non sorprende, poiché solo ciò che non è chiaro illumina nella sua rivelazione.

L’icona, il logo, dev’essere riconoscibile all’istante, risultare gradevole…

L’Arte non è un re magio, non porta messaggi, al massimo massaggia chiappe di Donna Divina.

L’Arte, come la guerra, è femmina.

Le opere esposte nel progetto “Cagliari” sono frutto d’intensa collaborazione tra Cucchi e i Saccardi.

“Cagliari” è un’unica grossa installazione costituita da unità cellulari, pacchi posta vanno spediti come Mitocondri (antichi organismi procarioti che furono inglobati da organismi unicellulari di natura eucariotica.)

Gli Eucarioti (esseri dal nucleo ben definito e separato dal citoplasma) aprirono la loro membrana plasmatica come una mantella, accolsero i mitocondri all’interno di bolle di gas -lisosomi-, e tramite queste bolle-navicelle spaziali posizionarono i mitocondri in un comodo reticolo rigido ma elastico, lo scheletro citoplasmatico

I Mitocondri furono accolti e tramandati, come organi interni, anche la memoria genetica prese coscienza di queste presenze, che iniziarono a nascere inglobate nel corpo eucariotico. I mitocondri migliorarono di 37 volte il metabolismo cellulare. Grazie ad essi si verificò il fenomeno della respirazione. Essi elaboravano zuccheri ossigeno e azoto scaricando anidride carbonica ma producendo ATP, l’adenintrifosfato, la molecola dell’energia corporea, che prima veniva prodotta dalla cellula eucariotica mediante semplice fagocitosi, ingerendo un corpo extracellulare, scomponendolo in cerca di una mole di glucosio, che una volta lavorata produceva due molecole di ATP, non 37…

Parlare di moli ed essere dei muli in chimica.. Quello che voglio dire è che parti del nostro corpo, in rari passati evolutivi potrebbero aver avuto una vita indipendente rispetto al nostro corpo. Le mani ad esempio non sono che antichi polipi intelligenti … ataviche antichità decisero di entrare in simbiosi con uomini dotati di braccia ma non di arti.

L’intelligenza non è così centralizzata, come la coscienza essa prende sede in tutta l’estensione del corpo, è sottopelle, cammina indifferente al cervello.

L’Arte del disegno e della pittura è prova della potenza delle mani. La tecnologia stessa, i Computers e i cellulari, s’interfacciano all’uomo sempre attraverso le mani, gli fanno far meno giri e meno fatica, tuttalpiù le fiaccano, rispetto ai movimenti che fa fare una sega circolare alla mano di un falegname incallito.

Nelle mani degli artisti ci sono le ombre, non solo le immagini che tutti abbiamo in testa. Sono le ombre che danno la profondità, è un’ombra anche la distorsione che l’occhio umano effettua quando guarda una prospettiva disegnata o pittata. Anche il Trompe-l’œil è un’ombra.

Per saper pittare si deve dunque tenere conto di ciò che non c’è, che rende evidente dunque ciò che c’è, tramite un segno.

Segnare, non rappresentare. E’ la stessa differenza che intercorre tra chi è creativo e chi sa creare. Un abisso.

Per quanto riguarda il mosaico: PIXELS DI PIETRA.

…quasi solo in granito, le tessere al tempo classico erano solo in bianco e nero, con tutte le sfumature del grigio..graniti.. come le prime televisioni.. A Bisanzio poi svilupparono la tecnica del colore, tessere d’oro e d’ambra, il mosaico moderno include composti ceramici e paste di vetro, per le trasparenze, le tridimensionalità.

Quando si sviluppa un mosaico, si mette alla luce per l’ennesima volta di come la trama del reale sia tutta Unita. Creando immagini composte da corpi ben distinti tra loro, quadrati dai confini a spigoli, individualità ben incastonate l’una con l’altra vanno a comporre un’immagine ben più grande di loro, quindi a loro del tutto impercettibile.

Tutte le varietà dell’umano carattere, gli infiniti visi che passano non sono che dolci sfumature di un unico grosso segno..

Il mosaico, come stato mentale dell’essere, deriva dalle antiche civiltà Minoiche, Creta, l’invenzione del palazzo.. Il labirinto e la rappresentazione dello stesso, il mosaico, una versione edulcorata di questa grande follia greca, isolani, esploratori confinati in microcosmi a sé stanti.

Il mosaico, con la sua inevitabile geometria, suggerisce infinite elucubrazioni matematiche riguardo le origini del tutto.

Possiamo ancora permetterci di giocare, con la nostra mente immaginare, poiché non c’è necessità reale di agire.. Impoltroniti sulle nostre tecnologie, le ginocchia rimangono illese e l’animo procede sereno.

Sembra si avanzi sempre più tutti verso la stessa direzione, alla stessa velocità. L’Omogenizzazione è cosa buona dopotutto, guarda i cinesi..

Le culture, le lingue, i gesti quotidiani, non scompaiono nel tempo mai , affluiscono in nuove categorie, tutto è sempre più comprensibile, la presa di coscienza procede spedita nonostante i nostri dubbi, le nostre continue ansie, di cui dovremmo esser costantemente felici.. La frenesia. Il cartone del mosaico nasce come un atto frenetico. Ed ecco il vetusto esperimento del trasportare un modo di disegnare contemporaneo ( i Saccardi e Enzo Cucchi) nelle antiche caverne umide della pietra e degli scalpellini.. Al mercato della pietra, dove chi riforniva i mosaicisti era tra gli ultimi della scala gerarchica.. raccoglieva le briciole.. tutti i massi che si eran spezzati nel trasporto, tutte le schegge di una certa misura venivan raccolte dall’attento scalpellino, che con occhio esperto selezionava solo la giusta qualità di pietra. Questi sacchi di macerie marmoree -memorie- venivano portati al mosaicista, una volta in mano sua, quelle pepite divenivano finalmente tessere, spezzate ognuna della misura unica che il mosaico predisponeva per essa.

L’individuo e il molteplice interagendo creano uno dei famosi e inflazionati Motori a Ossimori, l’energia cinetica.  L’urto che spinge le cose ad essere, a materializzarsi in una determinata forma piuttosto che in un’altra.. E Attenzione, qui non stiamo parlando di religione, in zone remote come queste la religione equivale ad un pirito nella tempesta.

Nasce prima il mosaico o la scultura in pietra?

Quando ancora non forgiavamo metalli ed il fuoco era una magia, un fulmine scagliato dal cielo di tenebra.

Mentre oggi si fanno esperimenti sotterranei tra Ginevra e le viscere della terra anche dette Gran Sasso, lanciando particelle alla velocità della luce e riacciuffandole con un retino del diametro della capocchia di un fiammifero.. Zolfo colorato.. Ancora non sono state fatte delle chiese volanti.. Piattaforme aree atte a luoghi di culto… La chiesa si è lasciata sfuggire i dirigibili, Lo Zeppelin va in fiamme e di tal icona se ne appropria il Rock&Roll.. Ed ecco che ci ritroviamo invasi da capelloni con la testa di zombie che nel ’68 si convinsero anche di aver cambiato le cose… la finta rivoluzione, il momento esatto in cui il potere ha capito di avere bisogno della rivolta.. e allora che sia una rivolta “..giovanile”… La gestione delle emozioni esplosive… Un po’ di plastico c3 nel cuore… Uno strano odore di amore bruciato.. E Yoko Ono che ancora pretende di dominare la scena culturale con i suoi artworks… che odio.

Il mosaico, le tecniche antiche, oggi devono essere riutilizzate per tentare di spazzare via tutto questo.. non è  nostalgia Futurista oggi, ma una necessità culturale che non ha alcun fine se non quello della ricerca della Bellezza.

La dea Bellezza è in movimento costante.

Le costanti della bellezza… La fisica delle bellezze. Una struttura comune a tutto ciò che viene individuato come “bello”, risiede in un particolare o in una sorta di aura?

Può essere oggetto di discussione, la Bellezza , o bastan poche parole per appesantirla di simboli e tracciati inutili che l’uomo utilizza come piccola sovrastruttura esistenziale, un metro di giudizio minimo, che stabilizza il presente non facendolo correre come un dragone a tre teste..Occhi verdi.

In quale antro siamo intrappolati? La consapevolezza incrementa se stessa come una risalita di gas immerso in un liquido assieme a del particellato solido di origine minerale.. Meglio perdersi con le parole , piuttosto che cercare di individuare oggettività..

Marco Deserto.

http://www.galleriadartemodernapalermo.it/mediacenter/FE/MEDIACENTER/FE/articoli/cagliari.html

“Alice non sa… Peter sì “

Prenatal -Tecnica mista su carta 150x200cm  Laboratorio Saccardi   installazione palazzo Vernazza Lecce

Con la mostra Alice non sa…Peter si a cura di Katia Olivieri, in collaborazione con Associazione Le Ali di Pandora di Lecce e Piscina Comunale di Milano, continua la riflessione ( già avviata con le precedenti Evasioni e Behind the cage) sul significato e ruolo della memoria nella costruzione della nostra percezione del mondo, il modo in cui il gesto artistico riesce a farsi filtro nel formalizzare concetti come identità, memoria, infanzia. Alice non sa…Peter si è un chiaro riferimento a quelle fiabe-simbolo che narrano della difficoltà di crescere, del bisogno di restare ancorati al mondo dell’infanzia, della difficoltà di diventare adulti e, in definitiva, del bisogno di ognuno di noi di mantenere un rapporto con quel meraviglioso momento germinale dell’essere, quel mondo magico e irrazionale, leggero e incantato dove vive quel “bambin divino” caro alla psicanalisi a cui continuare a dare voce per mantenersi vivi. Alice non lo sa…Peter si non è propriamente una mostra tematica, ma una riflessione sul mondo dell’infanzia con le sue diverse realtà e contraddizioni, una riflessione sulla memoria di ciò che eravamo, siamo stati e continuiamo ad essere seppur per brevissimi momenti della nostra vita. Una mostra che si articola liberamente fra generi e media in un insieme organico che trova la sua più degna realizzazione nello scenario di Palazzo Vernazza a Lecce, dove 10 sale per 10 autori costituiranno un percorso che porrà in evidenza gli itinerari della rappresentazione figurativa, astratta, concettuale, con le sue evoluzioni contemporanee in termini di ricerca, linguaggio e stile. Un interessante incontro fra autori contemporanei che ci riporterà, grazie al gesto artistico, a quell’età che con il tempo si dimentica. La prospettiva della fiaba romantica è completamente rovesciata: agli artisti la possibilità di raccontare un mondo interiore, tanto personale quanto idealizzato o dis/incantato, perché Alice non sapeva, Peter si, ma potrebbe esser vero il suo esatto contrario.

La mostra sarà inaugurata sabato 17 maggio alle ore 20.00 Finissage 3 giugno 2014 Progetto a cura di: Katia Olivieri Organizzazione/coordinamento: Ali di Pandora (Le), Piscina Comunale (Mi) Collaborazione: Art and Ars Gallery(Galatina) Patrocinio: Comune di Lecce e Assessorato Cultura, Turismo Spettacolo Lecce Sede: Palazzo Vernazza Castromediano| Piazzetta Giuseppe Pellegrino Lecce Patrocinio: Comune di Lecce, Provincia di Lecce, Regione Puglia.

ARTISTI: Paola Zampa, Paula Sunday, Giuseppe Stellato, Emilio D’Elia, Michele Giangrande , Laboratorio Saccardi ,Mirek Antoniewicz , Maurizio l’Altrella, Renè Pascal , Adriano Pasquali, Matilde De Feo.

 

 

 

ART TOY – FRANCO

Idea , progetto di Marco Leone Barone Saccardi  

http://www.artbeatgallery.it/component/virtuemart/view/productdetails/virtuemart_product_id/21/virtuemart_category_id/10

http://www.suite22.ca/dimensions/art_toy/art_toy_franco.pdf

Anima Mundi

Idea , progetto di Marco Leone Barone Saccardi  

Anima Mundi” è una madonna realizzata in fusione di centesimi di euro ed installata nella facciata della Chiesa di San Ranieri e dei Santi Quaranta Martiri Pisani del Borremans nel cuore del quartiere Capo alla Guilla di Palermo, in collaborazione con Ars Mediterranea e con sPs

ח* (MARIA REMIX 2014)

1
Più che una stella era qualunque cosa.
Più di qualunque cosa era amorosa,
più di qualunque amore decorosa:
di tutto l’universo era la sposa.
Ma era troppo piccola: una rosa
che sboccia appena, come ogni creatura
sospesa tra l’eterno e la paura
dei giorni che dei sogni sono mura.

2
Le mura di chi è nato e non gli è dato
capire più di quanto del creato
gli venga in uno spazio costruito
e dentro un tempo già determinato.
Ma i sogni la sognavano più forte
del sogno che a ogni nato è dato in sorte
prima che nel silenzio della morte
le vite si ritraggano contorte.

3
Quest’era l’infinita nostalgia,
quest’era l’assoluta lontananza
prima che quella luce in quella stanza
dicesse allora e per sempre: Maria.
Lei era una bambina che qualunque collina
avrebbe voluto avere come sole.
Da tempo immemorabile era bella.
E più che una bambina era una stella.

4
Madre di ogni principio incominciato
Il giorno in cui il principio è penetrato
In te che ogni principio hai abbracciato
Quando si è fatto piccolo, e hai allattato

Il mutare dei secoli plasmato
in te cingendo quello che è passato
attraverso di te, per sempre amato
divinamente a te connaturato.

5
Confine all’universo è la tua pelle,
tutte le stelle in cielo a te sorelle
in te sono racchiuse. Tu fanciulla
nel ritmo che si allarga della culla

eterna della luce che ti investe:
di te ogni stella trama della veste
che ti ricopre d’umiltà celeste
e innumeri degli angeli le feste.

6
Nella tua stanza è tutto predisposto,
ogni contrario vira nel suo opposto,
ogni colore tende all’infinito
e vibra come ad un invito, sente

che tutto si dispiega onnipresente,
e l’universo che entra dalle tende,
il cuore che sobbalza, le parole,
come se fosse entrato adesso il sole

7
A cucchiaiate dense nella mente,
nella tua carne eppure trascendente,
tu che ripeti forte io sono niente
innanzi a te, finché non è evidente

che ti è di fronte e dentro ed è presente,
e brucia come il fuoco, e come il miele
è dolce, è dolce immensità radente

8
Il paradiso arcangelo Gabriele.


Aldo Nove


* Nella ghematria, ח (Ḥet ) rappresenta il numero 8.
Nella smorfia napoletana, il numero 8 rappresenta la Madonna.


©Per il testo originale, Einaudi, Torino 2007. Su gentile concessione.

” Lasciate ai vostri figli abbastanza denaro perché possano fare qualcosa, ma non tanto denaro da permettere loro di non fare niente”. Warren Buffett

Questa in cui viviamo è la realtà dell’homo oeconomicus, la realtà dell’uomo che cerca sempre di ottenere il massimo benessere, il massimo vantaggio per sé stesso, questa civiltà in cui ci muoviamo   non è soltanto civiltà del benessere, dell’opulenza, dell’utile, del profitto, del capitale, ma è soprattutto “civiltà del denaro”.     Claudio Widmann

Il denaro nasce prima del denaro, certe pietre, certe conchiglie, certi metalli all’uomo antico risultavano particolari e rari, immaginati come oggetti misteriosi e soprannaturali.  I nativi della Melanesia per esempio dicevano che quegli oggetti fossero carichi di Mana, cioè di una forza arcana e sacra. L’uomo arcaico cercava di impossessarsi della loro potenza, rinforzando la propria identità attraverso e per effetto di una pulsione scambistica sorretta dal desiderio di acquisire cose che conferiscono Mana. L’origine economica del denaro è alquanto incerta, ma è facilmente intuibile che il denaro sia essenzialmente un fenomeno psicologico e non esclusivamente economico, infatti il denaro non può essere un oggetto solamente reale, esso è prevalentemente un oggetto Simbolico o come dice il filosofo Georg Simmel (1900) “il denaro possiede un – superadditum psicologico –  grazie al quale rappresenta qualcos’altro oltre a se stesso”.

Denaro = Energia.

Il denaro è simbolo operante di energia, esso è capace di trasformare un paese moribondo in esplosione di vitalità.                           Quando Faust, accompagnato da Mefisto giunge al palazzo dell’imperatore, trova un intero Paese che langue sotto il peso di un’enorme indigenza; i fornai non infornano il pane, i soldati non fanno la guerra, le donne non corteggiano i soldati, perché tutti sono oppressi dai debiti e nessuno ha né risorse né entusiasmo per vivere (Goethe, 1831). Mephisto escogita allora una diabolica soluzione. Convince l’Imperatore a saldare i debiti dello stato con una semplice scrittura, dove la firma imperiale funga da garanzia e i tesori (non ancora scoperti!) del sottosuolo costituiscono da copertura materiale. E’ l’invenzione della carta-moneta: quella scrittura viene stampata in migliaia di copie, che si propagano fulmineamente fra la gente; con essa i padroni pagano i lavoratori e i lavoratori tacitano gli strozzini; “osti e puttane sono in festa “: ci si ubbriaca di vino o d’amore e tutto l’impero si rianima.

Il denaro è simbolo operante di energia psichica che vivifica, rianima che (Jung, 1928) chiama LIBIDO, la quale alimenta le molteplici attività individuali. Il simbolo del denaro chiarisce che l’energia psichica è flusso e circolazione. Già Adam Smith (1776) riconduceva la ricchezza delle nazioni alla circolazione di capitali e una legge fondamentale dell’economia vuole ancora oggi che il denaro circoli incessantemente, la rotondità delle monete e una varietà di termini economici associano il denaro e la sua energetica a un flusso circolatorio, il cosiddetto denaro circolante o valuta corrente, flussi di capitali, liquidità di cassa eccetera. Nel denaro si simbolizza il fluire dell’energia psichica; il suo scorrere è vitalità e dinamismo; il suo ristagnare è stasi e immobilismo, ad una depressione economica corrisponde una depressione psichica.

Nelle civiltà economicamente avanzate il denaro costituisce uno dei maggiori agenti motivazionali, non si contano le fiabe, i racconti o i film che narrano peripezie indicibili per raggiungere un tesoro e ancora più numerose sono le vicende reali di uomini che dedicano la vita e le migliori energie al “fare soldi”.

“Sono i soldi a muovere il mondo”

L’originario oggetto-mana si spoglia delle sue originarie proprietà e assume solo attribuzioni convenzionali. La materia compie un salto mortale in cui muore ogni sua qualità e sopravvive solo quantità (Marx) o come dice Tommaso d’Aquino materia quantitate sigmata, il principio di quantità impronta forme patologiche di avidità che si concretizzano in relazioni distorte con il denaro, quali dipendenza da lavoro, cleptomania, overspending, maxing out, appropriazioni indiscriminate etc. Un’inestinguibile avidità gravita attorno alla natura quantitativa del denaro, costellando forme attuali di un’antica auri sacra fames. La quantità moltiplica le potenzialità del denaro di acquisire oggetti, beni, servizi e ciò motiva forme di ricerca quantitativa: il risparmio e l’accumulo, l’investimento produttivo e la tesaurizzazione sterile. Spogliato di qualità e ridotto a quantità, il denaro diventa un “equivalente universale di valore” e può essere convertito in qualunque cosa, funzionale allo sviluppo economico ma anche origine di distorti processi psicologici, la  possibilità di convertire fra di loro valori di natura incomparabile; così, per mezzo del denaro non si scambiano solo beni patrimoniali come gli immobili, ma anche beni morali come la libertà; si convertono in denaro beni immateriali come la forza lavoro e beni impropri come il corpo.

“Nella civiltà del denaro, si possono acquistare organi e vendere bambini; si può vendere l’onore e si può comperare il silenzio; si può svendere il proprio corpo sulle strade e si può comperare una moglie al mercato degli extracomunitari. Si può anche fissare il prezzo di un uomo, inseguendo il criterio della quantità l’uomo contemporaneo conosce il prezzo di tutto, ma non conosce il valore di niente.

Ridotto a sola pura quantità, il denaro evoca un idea di sporco in cui si conservano riferimenti alle sue origini e tracce della sua essenza secondo (Freud 1908) il denaro è intrinsecamente sporco le sue origini risalgono alla fase anale e costituisce un equivalente simbolico delle feci. Anche se già gli egizi utilizzavano lo scarabeo stercorario imprimendolo nella loro Pre-moneta o lo stesso Lutero stigmatizzando il denaro lo definiva “sterco del demonio “. L’ origine anale rende ragione del pudore che avvolge il denaro; i soldi, costituiscono, anzi, uno degli ultimi presidi del pudore: personaggi pubblici e privati, per esempio, parlano più facilmente di sesso che di quanto guadagnano. Dante aveva accomunato avari e prodighi su uno stesso piano dell’inferno, condannandoli a un’identica pena. Il denaro come le feci da cui scaturisce la psicodinamica sia dell’avarizia che della progalita’ poiché entrambe dipendono dalla capacità di trattenere e di rilasciare improntata durante la fase anale.

Appropriandosi del denaro, l’uomo contemporaneo ne acquisisce le proprietà simboliche, esattamente come, appropriandosi di un oggetto-mana, l’uomo arcaico ne acquisisce la forza soprannaturale. La disponibilità di denaro influisce la percezione di se e degli altri.  Viederman (1997) “io sono il mio denaro”.

Sul piano collettivo si ravvisa una stretta connessione tra la grande inflazione economica che colpi

la Germania nei primi anni 20 e l’inflazione psichica che divampò poco dopo, alimentando in Germania il mito del super-uomo, della superiorità della razza di una Germania al di sopra di tutto.  (Deutschland über alles).

Il denaro è un bene arduo cioè oggetti che vengono ricercati non tanto per l’uso che se ne fa, ma soprattutto per gli sforzi necessari a raggiungerli e per le abilità personali messe in campo per ottenerli. Un Bene che promuove l’espressione dei migliori talenti umani; non mobilita solo il lato demoniaco dell’uomo, ma anche quello nobile, come il venditore porta-porta che esprime il meglio delle sue abilità seduttive, lo specializza che approfondisce le proprie competenze con l’obbiettivo di realizzare denaro, valorizzando i propri talenti. La parola stessa talento di origine greca indicava una moneta greca stessa, co, tempo assunse significato di “dote naturale “o “abilità personale “.

La spinta all’arricchimento attiva la ricerca di benefits materiali, beni di lusso oggetti eccezionali e stimola una più complessa tensione a realizzare valori esistenziali, è ricerca di arricchimento personale dove il denaro è simbolo archetipico di valore. In questo processo il valore più profondo del denaro è l’essenza individuativa che promuove nell’uomo.

Il denaro partecipa profondamente all’area archetipica dell’oro, anche se le monete non sono più d’oro e le banche non possiedono riserve d’oro che garantiscono il valore della valuta circolante. E’ vero che il denaro è un equivalente dell’oro, ma dal punto di vista simbolico. E l’oro è un simbolo archetipico di perfezionamento, esaltazione, rettificazione, come per l’alchimia che trasforma la materia grezza in oro scintillante e puro “L’oro dei filosofi “Jung (1944) che ne ha argomentato diffusamente illustrando un percorso di trasformazione della personalità, che procede dallo stato grezzo dell’inconscio verso la maturità aurea della consapevolezza. Il processo alchemico di trasmutazione è analogico al processo psichico di individuazione e l’oro è immagine di una preziosità interiore, inalterabile e inattaccabile. Appartenendo all’area archetipica dell’oro, in analisi il denaro costella il disegno individuativo di portare a maturazione la preziosità interiore dell’individuo, di trasmutare gli stati grezzi della personalità inconscia negli stati aurei di una personalità consapevolmente individuata. Il denaro appartiene all’archetipo dell’individuazione. All’un polo della sua estensione è Nigredo, “sterco del diavolo” (Lutero) e costella aspetti dell’ombra; all’altro polo è Rubedo, donum dei (Calvino) e costella la soprannaturalità del Se’

“Il denaro è poesia…emana un profumo inebriante…il fruscio delle banconote da venti o cento euro quando il cassiere te la mette in mano per cambiare l’assegno…e meglio ancora se gli zeri nella cifra in alto a destra sono parecchi…i soldi fungono da barometro della libertà di tutti, della democrazia reale, della civiltà di una società matura”.

Gianpiero Mughini

“Beati sono i ricchi perché hanno il mondo in mano Beati i potenti e i re e beato chi è sovrano Beati i bulli di quartiere perché non sanno ciò che fanno Ed i parlamentari ladri che sicuramente lo sanno”

Rino Gaetano

«Quando la zona euro avrà tutti gli strumenti necessari a garantire sia l’integrazione sia la disciplina economica, l’emissione di strumenti di debito congiunti sarà giudicata finalmente naturale e vantaggiosa per tutti»

Jose Manuel Barroso

I soldi sono davvero il futuro, sono la libertà e sempre secondo Mughini in un vecchio articolo del il Sole 24 ORE del 2009 è scontato e comune avercela con i soldi “Secoli e secoli in cui i ricchi erano riusciti a convincere i poveri che parlare di “soldi” non fosse chic hanno come corroso la nostra capacità di ragionamento. Quando si parla di soldi in Italia, il più delle volte è un cicaleccio da bar, il trionfo dell’invidia sociale.”  e può esserlo  davvero aggiungiamo noi l’accezione al denaro è spesso solo negativa, capire di economia ti spiega il mondo e la storia dice Pound e quando la pappatoria moralista non si ferma, fino a criminalizzare uno strumento ed  identificarlo come il diavolo stesso, non è così, non è solo questo, non è così semplice, il denaro è anche  energia vitale, sangue, forza lavoro di qualsiasi paese, serve ai giovani per investire, serve ai vecchi per non morire di fame in vecchiaia, il denaro è anche simbolo però ed il simbolo può essere cosa-oggetto facile da manipolare come il metallo di cui è composto.

Giacinto Auriti diceva: “La massoneria è una rete di persone che si è messa d’accordo nel controllare la grande truffa delle banche centrali” ovvero il denaro non è male in se è male in me e come lo stesso giacinto Auriti sosteneva si può stampare denaro per creare un reddito minimo garantito a tutti. Quindi il denaro può anche essere manipolato a fin di bene è strumento che crea valore trascendentale che va oltre la materia di cui è fatto. Il Laboratorio Saccardi ha intenzione di manipolare il denaro materialmente, di fondere cioè delle monte euro trasformandole nel simbolo della trascendenza per eccellenza, una statuetta di Maria vergine effige stessa della materialista Europa, da collocare in una nicchia, in una edicola votiva esistente presso Maria ss. dei sette dolori piazza 40 martiri alla Guilla al quartiere Capo di Palermo.

Il laboratorio saccardi ha in oltre il desiderio di allargare il progetto alle altre monete planetarie come il dollaro la sterlina, yuan e yen al Rublo prossima monete che utilizzeremo continuando il progetto Anima Mundi. La Russia in onore al suo strapotere economico sempre più crescente realizzeremo in futuro una madonnina di rubli non a caso la Russia è detta appunto, grande madre Russia.

 “Questa iniziativa , questa scultura , questa creazione originale della statua della madre santissima di Cristo costruita tramite la fusione di monete non deve sembrare un offesa , una bestemmia , al contrario , che anche con quello che San Francesco definiva “ lo sterco del diavolo “ cioò è il denaro , cosa che effettivamente è così , si possono costruire e creare delle bellezze , bellezze artiste , belle naturali , in questo caso manifestazioni , immagini mistiche per chi ha fede anche sacre come la madre santissima, quindi per me è veramente un emozione vedere un opera che rappresenta l’immagine della Madonna costruita con la fusione delle monete è una cosa bella e molto interessante .”

Giorgio Bongiovanni .
Palermo 26/09/2014

22 febbraio 2015

Consegna Targa ANIMA MUNDI-LABORATORIO SACCARDI. L’anima mundi brilla nel cuore del capo con  la sua targa in onore di chi l’ha creata con le tremila monete donate dalla gente.

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MIRACOLI – Settimanale Anno III – n.9 – 6 Marzo 2015 – Francesca Galeazzi

http://www.resapubblica.it/cultura/il-laboratorio-saccardi-realizza-una-statua-della-madonna-con-monete-di-10-centesimi-di-euro/

http://video.repubblica.it/edizione/palermo/capo-una-statua-della-madonna-realizzata-con-la-fusione-della-monetine/174190/172802

http://www.lagazzettapalermitana.it/10-centesimi-per-la-madonna-addolorata-dei-sette-dolori-123/

http://www.artribune.com/2014/08/il-laboratorio-saccardi-e-apparso-alla-madonna-appello-ai-palermitani-di-buona-volonta-cercansi-centesimi-di-euro-e-larte-sacra-nacque-dal-vil-denaro/

http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/mostre/scommessa-artisti-palermitani-raccogliere-monetine-fondere-realizzare-statua-madonna/839991.shtml

http://www.artribune.com/2014/09/arte-sacra-e-artisti-contemporanei-prosegue-il-dibattito-installata-in-una-chiesa-di-palermo-la-madonna-del-laboratorio-saccardi-tutte-le-foto/

http://www.iovo.it/2014/10/il-caso-saccardi/

http://www.eccellentipittori.it/   22 MAGGIO 2015

Il Giornale – venerdi 4 dicembre 2015