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THE ABBEY OF THELEMA ART SHOW

2012

THE ABBEY OF THELEMA ART SHOW    

«Non chiamatemi cubista o futurista, io sono un impressionista del subconscio, la mia arte è automatica. Non ho mai studiato arte e non intendo mai farlo»                                                                              

        

                   

Questa non è una mostra, nessuno la vedrà mai, è un intervento,  una cerimonia. È l’ulteriore  esaltazione di quella  linea sottile che divide il visibile dall’invisibile, Il tempo dall’eternità, Il reale dall’irreale, Il mortale dall’immortale, è  l’ennesima prova di consapevolezza dell’istante giusto e del momento giusto, nello spazio e nel tempo. Un ulteriore rito propiziatorio che, attraverso l’arte, tende all’arte stessa, cioè a quella che è l’esaltazione del sacro, del divino, dell’incomprensibile e dell’immanente.

Nei primi di aprile del 1920 una casa isolata in località Santa Barbara, presso Cefalù in Sicilia, fu affittata ad un inglese di Stradford on Avon, Edward Alexander Crowley  detto Aleister considerato da alcuni il fondatore del moderno occultismo e da altri come una fonte di ispirazione per il satanismo o ancora persino occulto ispiratore di Hitler. Un Mago, sulfureo e  tenebroso, convinto d’essere l’Anticristo al punto d’autodefinirsi la “Bestia 666” dell’Apocalisse, anima del culto diabolico che avrebbe soppiantato Gesù Cristo nella Nuova Era. Considerato il più celebre mago del secolo scorso a causa della sua condotta sregolata e dei suoi perversi piaceri, fu definito dai giornali del tempo come “il re della depravazione” e “l’uomo più malvagio del mondo”. Per tanti invece fu solo un ciarlatano. A Cefalù col suo seguito di adepte (le invereconde “donne scarlatte”) Crowley abitò e propiziò i suoi riti ed esperimenti occulti fondando un tempio, la mitica Abbazia di The’ le’ me,  sin quando nell’aprile del 1923 Mussolini il DUCE  d’Italia  gli mandò i gendarmi. Scacciato fuori dall’Italia dalla polizia fascista, Crowley lasciò “Tempio“  e  donne del  gruppo in balia degli eventi,  alcune si prostituirono dopo aver venduto tutti i mobili e gli arredi della casa agli abitanti del paese, sia per poter pagare i debiti lasciati dallo stesso Crowley, sia per potersi pagare il viaggio di ritorno a casa.                       

La casa dove Crowley contava di accumulare delle energie magiche per potere conquistare il mondo e piegarlo al suo dominio, era una casa a pianterreno formata da alcune stanze che davano in un’ampia sala centrale a forma rettangolare dove egli aveva disposto il suo trono ad Est e quello della sua concubina numero 1 ad Ovest. I muri, le porte e i tratti del pavimento erano quasi interamente decorati dai nudi pornografici dipinti dallo stesso Crowley, figure unite in pratiche sessuali, uomini che si accoppiavano con animali, simboli delle divinità create dalla sua bizzarra fantasia, immagini diaboliche che durante la celebrazione dei riti della loro religione, facevano da cornice alle riunioni per le preghiere quotidiane. Nella stanza centrale  si riunivano cinque volte al giorno per pronunciare le preghiere implorando il diavolo, sacrificando animali e dandosi a strani riti sessuali sotto l’influenza della droga di cui facevano abuso. Nella Chambre des Cauchemars  “Camera degli incubi” dell’Abbazia di Thelema di Cefalù, e nelle altre stanze dell’Abbazia c’erano dipinti di Crowley che illustravano il IX grado ed altri riti magici,  le immagini dipinte dovevano spingere gli adepti ad essere indifferenti nei confronti del sesso. Un dipinto raffigurava un uomo nudo che veniva sodomizzato dal dio-capra Pan, il suo seme schiumante spruzzava la Cortigiana delle Stelle che stava davanti a lui in atteggiamento seducente, a braccia tese. Un altro dipinto, la Terra di Cockayne, raffigurava un paesaggio con un fiume sul quale navigavano giunche e sampan, sulla riva c’erano uomini e donne che danzavano, risvegliando la forza di Kundalini, sullo sfondo c’erano montagne sinistre attorno alle quali si snodava lentamente un serpente gigantesco, del genere mostro di Loch Ness che con la sua testa a forma di pene, sbirciava sospettosamente quegli esseri umani.

Cinque ambienti si aprivano su d’una sala centrale, il Sancta Sanctorum o tempio dei misteri thelemici,  sul pavimento a mattoni rossi venne dipinto un cerchio magico sul quale era sovrapposto un pentagramma le cui cinque punte toccavano la circonferenza che successivamente il regista americano Kenneth Anger fece asportare, prelevando mattonella per mattonella, per portarlo negli Stati Uniti.

Il tempio ideale per fondare la propria abbazia sarebbe dovuto essere di forma circolare, con una cupola di vetro, alta dodici metri e sorretta da otto grandi colonne; ma Crowley ritenne adatta anche la villetta di Santa Barbara.

Oggi la villetta  la mitica  Abbazia di Thelema è solo un rudere fatiscente, completamente inagibile e irrimediabilmente perduto. Delle antiche pitture magico-rituali del mago nero non rimane che qualche minimo frammento, e paradossalmente e quasi ironicamente permangono  la scritta CEFALU’ e lo stemma dell’abbazia  stessa che ne ricordano le tristi vestigia esoteriche e il passaggio del mago in terra Sikana.

Eppure questa casa distrutta è in vendita,  e costa quasi un milione di euro… se solo i proprietari e una classe dirigente attenta e laica avessero mantenuto questo luogo nelle migliori condizioni, oggi Cefalù e quindi la Sicilia avrebbe un Museo molto particolare che avrebbe dirottato sull’isola moltissimi visitatori, visto che i ruderi e le poche pitture rimaste sono visitate di nascosto ininterrottamente dagli anni 50 ad oggi.

Abbiamo invaso questo luogo per sottolineare che anche questo tassello della nostra cultura si è ormai perso per sempre, l’abbazia di Thelema è solo un ricordo, un cumulo di calcinacci accanto allo stadio comunale di Cefalù. Come ultimo saluto abbiamo voluto omaggiare questo  “Tempio  perduto”  installando delle opere d’arte di vari artisti, alcuni che per la prima volta si trovano a confrontarsi con Crowley e Thelema, altri che da tempo nel loro percorso di ricerca artistica ne hanno incrociato il cammino, fino a spingersi  dentro i ruderi  nell’abbazia producendone addirittura dei lavori site specific .

Ma questa non è una mostra, nessuno la vedrà mai, non è visitabile da nessun pubblico, perché l’Abbazia di Thelema non è casa nostra e non  possiamo aprirla, non è nemmeno casa di Crowley o della regione siciliana o del Comune di Cefalù, figuriamoci se poteva essere considerato un  bene storico da acquisire e tutelare… è solo una proprietà privata come tante… dal valore di 850 mila euro, dovuto al solo valore catastale dei terreni, non di certo all’importanza storico-artistica del bene, una semplice proprietà privata con vista sul mare, con ruderi pronti per essere rimossi per far posto ad una più moderna villetta bifamiliare magari con annessa piscina con vista sul mare con tanto di sfondo eoliano, solo una scomoda proprietà, che adesso, finalmente crollata del tutto, non potrà  più minacciare l’aurea  del Duomo di Cefalù, baluardo della cristianità isolana a un solo sputo verso il basso dall’Abbazia di Crowley.

Il nostro rimane solo l’ennesimo rito, una celebrazione dell’arte in un luogo inagibile e privato, misterioso e dimenticato, maledetto e meraviglioso, del quale anche volendo in nessun modo potremo cambiare le sorti, ormai più che segnate.

ARRINGTON DE DIONYSO

FRANCESCO COSTANTINO

STEFANO CUMIA

SERENA FANARA

LEEZA HOOPER

ADRIANO LA LICATA

FEDERICO LUPO

MARC MANNING

JONATAH  MANNO

CONO CANE VAN DAMME CCCM

LUCA JOHN NASH

LUIGI PRESICCE

PIETRO RIPARBELLI

GIACOMO RIZZO

LABORATORIO SACCARDI

FRANCESCO TAGLIAVIA

DORIAN WOOD

MICHELE ZINGALES

PIERO MANISCALCO

EMANUELE DILIBERTO

La BESTIA

SIKANIA RISING 2022

Maggio 2022

“Sikania Rising/La Bestia” è un progetto di Laboratorio Saccardi a cura di Stefania Morici e Silvia Basta patrocinato e promosso dal Comune di Palermo, dall’Assessorato alle Culture, dalla Settimana
delle Culture dalla Fondazione Falcone
e dalla Fondazione Maimeri di Milano. L’iniziativa, realizzata all’interno del complesso monumentale della Chiesa Santa Maria dello Spasimo, nasce a supporto delle celebrazione dedicate al giudice Giovanni Falcone e a tutte le vittime di mafia e consiste nell’installazione artistica di un carretto siciliano che racconta la storia della Sicilia attraverso il linguaggio diretto ed inequivocabile di Laboratorio Saccardi, il duo palermitano formato da Marco Leone Barone e Vincenzo Profeta, da anni sulla scena artistica siciliana ed internazionale. Il progetto intende tutelare e valorizzare uno dei simboli per eccellenza dell’identità della nostra isola: il Carretto Siciliano.


Il carretto siciliano deve suonare …questo e’ il motto dei carradori ..l’asse del carro deve fare un ritmo preciso , questo ne determina il valore economico del carro..Deve suonare perche’ il carrettiere deve avere un ritmo dal carro , dal suo strumento , necessario per comporre le canzoni dei carrettieri , di cui la Sicilia possiede nel suo patrimonio un antologia vastissima .
Abbiamo deciso di chiudere il progetto La Bestia creando componendo una versione moderna delle canzoni dei carrettieri ..

Cantu du Pitture Carritteri / MARCO LEONE BARONE SACCARDI

“ Cantu du Pitture Carritteri”
si aggiunge alla collezione di canzoni dei carrettieri siciliani del passato , questa volta , la canzone e’ però cantata dal Pittore che ha dipinto il carretto che allo stesso tempo e’ anche carrettiere in quanto proprietario dello stesso carretto .. nel link sotto trovate le immagini e l’intero progetto“ La Bestia ” il mio carretto siciliano di tipo Castelvetranese che ho dipinto per il Laboratorio Saccardi ( marco leone barone – Vincenzo Profeta ) dal titolo “ La Bestia ” nel 2022 www.laboratoriosaccardi.it/la-bestia/

Testo Canzone :
Suana Carretto Miu Suona e Camina
Nta stà città Npazzùtà e Ngrasciata
Lu scrusciu di la Rota e dà Chitarra
mi dannu sta Canzùna Siciliana
Amuri Amuri Miu Pittiu e Cantu
Li storie Nostre Cuntu e Pittu

Chistu è lu cantu du Pitturi Carritteri
ca Nuddu Nuddu , si lu po Scurdari
Cantu picchi u Carretto avi a Sunari
Pitto li storie i tutti i Siciliani
Acchina avemu tante storie ancora i Pittari
Acchiana !!!!!!

Testo Marco Leone Barone Saccardi Musica Maestro Mezz Gacano alias Davide Mezzatesta e Marco Leone Barone Saccardi Palermo 2022 Un ringraziamento speciale ovviamente va a Gaspare Mutolo ❤️ presente nel video mentre dipinge una parte del Carretto “ La Bestia ” del Laboratorio Saccardi


GASPARE MUTOLO


Laboratorio Saccardi ha istoriato un carretto siciliano, dipingendo i fatti di mafia più eclatanti della recente storia dell’isola, i misteri insoluti della storia politica del nostro Paese, trasformando il carretto – quello che oggi è divenuto oggetto d’arte artigianale, nonché uno dei simboli dell’iconografia folcloristica siciliana – in uno strumento di critica consapevole agli eventi contemporanei. I carretti siciliani sono di 3 tipologie: Palermitano, Trapanese e Catanese. Nel 2010 Laboratorio Saccardi ha realizzato il primo carretto di tipo palermitano, “La Robba”, attualmente esposto presso il museo della Mafia di Salemi (TP). Con “La Robba” si realizza il primo e unico carretto siciliano “albino” della storia, un carro in bianco e nero, privo di suoi tipici colori sgargianti. Il carretto siciliano è sinonimo di folklore, storia e tradizioni; è un’opera che racconta il passato, ci
riporta nei vicoli e nelle strade sterrate, tra profumi intesi, musiche e colori. Senza dubbio un elemento fondamentale, che svela i segreti del territorio.

Con questa nuova opera, intitolata “La Bestia”, Laboratorio Saccardi prosegue il progetto “Sikania Rising”: un processo di ricerca nella storia del costume popolare e dei misteri della Sicilia. Ma, mentre nel primo carretto di tipo palermitano aveva raccontato gli avvenimenti più drammatici accaduti nel territorio palermitano (come le stragi di Capaci, via D’amelio, l’assassinio di Peppino Impastato e Ustica), questa volta ha utilizzato e pitturato un carretto siciliano di tipo trapanese (più precisamente di Castelvetrano), raccontando in pittura gli avvenimenti più drammatici, sconvolgenti e da risvolti esoterici accaduti nel territorio trapanese dal dopoguerra fino ai nostri giorni.

Sikania Rising/La Bestia di Laboratorio Saccardi è un progetto patrocinato dal Comune di Palermo, dall’Assessorato alle CulturE, dalla Settimana delle Culture, dalla Fondazione Falcone e dalla Fondazione Maimeri di Milano ed è firmato da Stefania Morici e Silvia Basta.

L’iniziativa, organizzata da Arteventi di Stefania Morici, nasce con la collaborazione di Mpa – Milano Painting Academy ed il sostegno di Industria Maimeri, Fdr Architetti, Mondo Auto.

Palermo DAL 16 al 25 MAGGIO 2022 COMPLESSO MONUMENTALE SANTA MARIA DELLO SPASIMO

La Bestia – Carretto siciliano di tipo Castelvetranese 2022

La Bestia – Carretto siciliano di tipo Castelvetranese 2022
La Bestia – Carretto siciliano di tipo Castelvetranese 2022

Il Laboratorio Saccardi è il duo palermitano formato da Marco Leone Barone e Vincenzo Profeta, che da decenni si distingue nella scena artistica siciliana ed internazionale utilizzando indifferentemente vari linguaggi artistici come la pittura, la fotografia, il video, la musica, per- seguendo un obiettivo ironico, a tratti dissa- cratorio, nei confronti dei temi affrontati.

La ricerca del Laboratorio, fondata sul concetto di sperimentazione ed eclettismo, si sviluppa tramite una definitiva presa di coscienza della realtà. La loro arte si radica nello slancio umano più profondo e nella complessa spiritualità dei fenomeni popolari, anche antichi, ance- strali, reinterpretati in chiave contemporanea ed originale. E la Sicilia, in particolare, torna spesso nelle loro opere, sempre contraddistinte da quell’esigenza di raccontare l’isola con disincanto, estrema lucidità e irriverenza. L’arte del Laboratorio Saccardi è sublimata dalla materia, vero fulcro creativo e di ricerca che rimanda al concetto di laboratorium, luogo per le classiche attività legate all’artigiana- to nonché spazio dove, in passato, soprattutto nel Rinascimento, i ragazzi svolgevano il loro apprendistato artistico grazie all’esercizio della pratica del disegno, del colore e lo studio dei diversi materiali. Quello dei Saccardi è un laboratorio alchemico dove il segno che li contraddistingue, mai scontato, è espressione di un’attenta analisi della società, della storia, degli usi e costumi del passato; espressione che non detiene messaggi di speranza, ma descrive e narra la realtà. È l’opera a parlare e a raccontare il punto di vista dell’artista, che non ha bisogno di aggiungere altro. Fin dall’inizio gli artisti del Laboratorio Saccardi hanno creato un personale mito delle origini, inventandosi un mentore immaginario, quell’Albert Saccardi che presta loro il nome.

Nel 2014 il Laboratorio Saccardi lavora al pro- getto “Anima Mundi”, realizzando due statue della Madonna dei 7 dolori tramite la fusione di centesimi di euro. Nel 2017 realizzano al quartiere Capo di Palermo un piccolo monumento parco giochi dedicato a Franco e Ciccio i famosi comici palermitani. Nel 2017 il Museo Mart di Rovereto acquisisce una loro scultura “Profilo continuo del Presidente” opera dedicata a Silvio Berlusconi ispirata ed evoluzione della famosa scultura di Renato Bertelli. Adesso con Sikania Rising “La Bestia”, Laboratorio Saccardi, approfondirà alcuni tra i fatti più drammatici e violenti che hanno segnato il territorio e la provincia di Trapani, dallo sbarco degli americani a oggi.

La Bestia – Carretto siciliano di tipo Castelvetranese 2022

X DAY – I FIGLI DELL’AURORA

Idea , progetto di Marco Leone Barone Saccardi  

L’ultimo capolavoro del Dott. Carlo Palermo ” X DAY – I FIGLI DELL’AURORA ” con Copertina – THE END OF THE GOLDEN AGE – Una scultura realizzata da Marco Leone Barone Saccardi e all’interno le immagini , ogni capitolo ha stampato un Tarocco realizzato da Marco Leone Barone del Laboratorio Saccardi durante Il primo grande Lockdown…le immagini sono state elaborate e discusse tra Marco Leone Barone e il Dott Carlo Palermo durante lunghe telefonate mattutine .

Le Guide di Repubblica / ETNA

ETNA STORIE, ITINERARI E LUOGHI DEL GUSTO IL SERVIZIO DEL TG RAI SULLA GUIDA IN USCITA Le Guide di Repubblica .

ETNALAND – 12×15 cm olio su tela 2020
dipinto da vincenzo profeta

La Nostra opera è associata al Racconto di LA MONTAGNA CHE BOLLE di Cristina Cassar Scalia.

La prima guida di Repubblica dedicata all’Etna e al suo territorio , 288 pagine che raccontano uno dei simboli più rappresentativi e amati della Sicilia intera tra racconti d’autore, interviste, itinerari naturalistici e culturali, focus sulle eccellenze gastronomiche e sui comuni più rappresentativi di questa fetta di provincia catanese.
“Nel pensare ad una Guida interamente dedicata all’Etna e al suo mondo, ai suoi protagonisti, alla sua storia, alle sue abitudini, abbiamo provato a fermare il tempo, cercando di coglierne gli aspetti più curiosi, tratteggiando i personaggi più rappresentativi, raccontando le storie più affascinanti e fornendo in tempi di paure e incertezze una sorta di vademecum per la ripartenza- scrive il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa – Difficile trovare in Sicilia e in Italia luoghi talmente identitari, ricchi di storia, pieni di fascino, di così eclatante bellezza.”

PIZZO SELLA ART VILLAGE

PIZZO SELLA ART VILLAGE 2013h

Ho organizzato un escursione di un gruppo di artisti su Pizzo Sella per raggiungere una galleria d’arte contemporanea con vista su tutta Palermo. La galleria è posta in alto su un promontorio mozzafiato. Attualmente si cercano altri artisti per costituire una massiccia collezione e realizzare delle residenze d’artista molto deliziose per riutilizzare queste strutture oramai in disuso da anni. Tutti gli artisti possono partecipare l’open call è stata lanciata, approfittate dell’occasione d’oro che vi si sta proponendo.

Idea e progetto di Marco Leone Barone Saccardi

IL PROGETTO E’ LIBERO E CONTINUA DA SOLO …..SEGUITELO QUI…   http://artvillager.tumblr.com/

 

III BIENNALE DI SCULTURA DEL SALGEMMA

Artisti all’opera nel luoghi più suggestivi di Petralia Soprana dal 30 Agosto al 6 Settembre 2015

Organizzato da Associazione Sotto-Sale

L’evento unico nel suo genere si svolge tra i vicoli del centro
storico di Petralia Soprana arricchito dalle sue bellezze
architettoniche. Elemento centrale è il salgemma che diventa
anche materiale da scolpire e da modellare. L’associazione
Sottosale in collaborazione con l’Associazione “Arte e
Memoria del Territorio” organizzano la 3ª Biennale
Internazionale di Scultura di salgemma denominata “SALE
… la voglia d’arte”. Gli artisti che parteciperanno daranno vita
ad opere utilizzando blocchi di salgemma estratto dalla
miniera Italkali. Dopo la realizzazione le opere di sale
ritorneranno all’interno della miniera dove faranno parte del
MACSS, il primo Museo d’Arte Contemporanea SottoSale al
mondo.
Il MACSS contiene le opere realizzate nelle precedenti due
biennali oltre a diverse istallazioni realizzate all’interno dello
spazio espositivo.
Onorati di ospitare e di aver ospitato artisti di fama
internazionale che si sono formati nelle scuole di pensiero
più importanti dello scenario artistico contemporaneo,
invitiamo il pubblico a visitare la biennale durante il suo
svolgimento ed in seguito a visitare il Museo MACSS.

Petralia Soprana 2015 ( Palermo – Sicilia – Italia )

IL DIO DEL SALE LO POTETE DISTURBARE ALL’INTERNO DEL Museo d’Arte Contemporanea Sotto Sale CHE SI TROVA DENTRO LA CAVA DI SALE A RAFFO ( PETRALIA SOPRANA ) SICILIA -ITALIA

Scultura in sale realizzata da  Marco Leone Barone Saccardi 

MATER SICULA – LIPARI

Simposio di scultura – isola di lipari ( Sicily ) Italia 2012 – Sikania Rising Project

“IL MITO CONTEMPORANEO II” …Il Mito si Mostra. –  Castello di Lipari , 1° Simposio di Scultura d’Arte Contemporanea in marmo di Carrara. Scultura ideata e realizzata da  Marco Leone Barone Saccardi

LA ROBBA TERRASINI/CINISI

LA ROBBA TERRASINI 2010

Terrasini   PALAZZO D AUMALE     Museo Regionale di Storia Naturale Mostra permanente del Carretto Siciliano di Terrasini.

 

Presentazione del carretto siciliano  < LA ROBBA  > sulle cui tavole di legno, al posto dei tradizionali paladini di Carlo Magno, sono stati rappresentati gli eroi dell’antimafia: da Leonardo Sciascia a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L opera, dipinta usando soltanto il bianco e il nero per sottolineare la tragicitA degli eventi descritti, realizzata all’interno del museo durante un workshop durato 8 mesi .

La Robba

 

La Robba 2010

di Laura Barreca

 

Con il progetto La Robba il Laboratorio Saccardi compie quell’immersione antropologica nella storia del costume popolare della Sicilia, preannunciata dai precedenti progetti, come Sikania Rising, viaggio nella memoria storica e spirituale del Meridione, attraverso la storia delle religioni, omaggio a quel popolo che non poté mai dare il proprio nome all’Isola.

Mezzo di trasporto di quella robba simbolicamente immortalata dalle Novelle rusticane di Verga, per tradizione il carretto siciliano è decorato con rappresentazioni delle gesta dei condottieri appartenenti alla tradizione cavalleresca, arricchito da arabeschi e fregi geometrici di ogni specie. La riscrittura dell’apparato iconografico del carretto condotta da Laboratorio Saccardi racconta l’attualità delle stragi di mafia: Portella della ginestra, l’assassinio di Peppino Impastato, la strage di Ustica, le stragi di Capaci e di via d’Amelio. Una storia siciliana raccontata con il linguaggio diretto e inequivocabile di Laboratorio Saccardi, che affrontano la narrazione di queste vicende privando il carretto della sua caratteristica policromia, ma mantenendo un calembour di simboli, decorazione tipica e inventata, ricca di particolari all’interno di una texture di scacchi bianchi e neri. Le stragi che ci raccontano Laboratorio Saccardi, mettono di fronte all’evidenza della storia e delle sue stesse aberrazioni, attraverso una comunicazione immediata, semplice come erano le storie delle leggende epiche dei paladini Orlando e Rinaldo sulle sponde degli antichi carretti, con le battaglie, le vittorie e le sconfitte, gli amori e la morale di una civiltà epica. Era quella l’epoca in cui i carretti erano strumento di una cultura orale per la gente che non sapeva né leggere né scrivere.

I “nuovi paladini” della giustizia, contestatori, magistrati, semplici cittadini, vittime non solo della mano armata della mafia, ma della più pericolosa cultura mafiosa, connaturata nella società siciliana come in quella di tutto il Paese, sono gli eroi contemporanei effigiati sul carretto. Istoriare un carretto siciliano, dipingendo i fatti di mafia più eclatanti della recente storia siciliana, i misteri insoluti della storia politica del nostro Paese, significa trasformare quello che oggi è divenuto oggetto d’arte artigianale, nonché uno dei simboli dell’iconografia folcloristica siciliana, in uno strumento di critica consapevole agli eventi contemporanei. Sono queste le storie dipinte sui masciddàri, le parti laterali del carretto.

Le storie sono accompagnate da cinque simbolici paladini di quella emblematica “sicilitudine” di tanti che alla loro terra sono rimasti per sempre legati e non hanno potuto fare a meno di ritornarvi. Una galleria di ritratti di esuli, come Quasimodo che non tornerà mai più nella sua Sicilia anche avendola descritta come terra mitica; ogni siciliano sarà esule, nella condizione di colui che non può tornare; in alcuni dolente memoria, mito, nostalgia, in altri voglia di dimenticare, rancore, sofferenza. Tutti comunque hanno sentito la diversità di essere siciliani, di far parte di una condizione umana irreversibile e non si sono sottratti alla “condanna” di rappresentare quella realtà, quel modo di essere, quella condizione. Una terra ricca di luci e di ombre quella che si delinea attraverso le parole, il punto di vista degli autori effigiati dal Laboratorio Saccardi che hanno vissuto la condizione di essere siciliani in modo ognuno diverso dall’altro, ma nel contempo comune a tanti che hanno vissuto lo stesso destino.

I ritratti degli artisti che “con la follia della poesia” vincono le atrocità della storia sono cinque, ognuno di essi rappresentato in una condizione mitica. Lucio Piccolo, il poeta delle elencazioni e proliferazioni tipicamente barocche costituite da immagini dense e oniriche, dall’oscurità e dal simbolismo, è raffigurato come un mago volante; Giovanni Verga è imbarcato nella Provvidenza dei suoi Malavoglia, simbolo di un naufragio della condizione umana; la rottura di un equilibrio dato dalla tradizione immobile e abitudinaria per l’irrompere di nuove forze, il desiderio di migliorare le condizioni di una vita grama, lasciando risplendere i luccichii di una necessaria modernità nel buio fitto dell’universo arcaico. Leonardo Sciascia fuma un sigaro: lo scrittore della memoria privata e collettiva, legato ad una terra destinata ad essere assunta all’interno della produzione letteraria ora come paesaggio emblematico, ora nella sua dimensione sociologica e umana. La Sicilia diventa l’osservatorio dal quale egli getta lo sguardo sui vari drammi e misteri della vita nazionale, per poi caricare la sua ricerca e meditazione di crescente impegno morale. Luigi Pirandello, descritto come un corvo sulla lapide di Pascal, il filosofo della scommessa, originale per aver creato, assumendo elementi della realtà siciliana, lo “stato d’animo” del mondo contemporaneo, cioè di avergli dato nome, il suo. Oggi si dice “pirandelliana” qualsiasi situazione umana  sospesa, fluttuante, contraddittoria, dilacerata tra realtà e apparenza, grottesca, paradossale, impenetrabile se non alla pietà. L’uomo del Verga se soffre si redime in una rassegnazione cupa ma eroica ad una legge di dolore; l’uomo di Pirandello si sente vittima impotente di una sorte maligna, di un accanirsi del caso, di un costume sociale, di  mille cose sorde e ingiuste che non riesce a spezzare. E allora si ribella o anarchicamente contro la vista stessa, o cerca di evadere in qualsiasi modo, anche con la pazzia, che annulla la coscienza tormentata dell’essere che rappresenta una valvola di sfogo, di sicurezza, permettendo di superare il disgusto del vivere. Gesualdo Bufalino, che mette sul palcoscenico della Sicilia personaggi in lotta per la sopravvivenza, che in ultima analisi sono dei “vinti” alla maniera verghiana, “in cerca d’autore” alla maniera pirandelliana. Tutti sono l’espressione ancora una volta di quella “sicilitudine” che marchia i suoi figli come una nota d’autore.

Le storie a cui questi paladini della letteratura vengono restituite attraverso la veste formale tipica della decorazione dei carretti, e suggeriscono allo spettatore una duplice lettura estetica: da un lato lo “scarto” prodotto dal travaso di contenuto dei dolorosi fatti di cronaca mafiosa della recente storia dell’Isola, nei fatti di cronaca dell’epopea cavalleresca; dall’altro, l’inevitabile prossimità che quella veste formale porta con sé. Una familiarità verso quella enciclopedia di simboli da tavola sinottica medievale, che per secoli si è mossa sulle assi di legno di un mezzo che aveva anche la funzione di sintetizzare “per exempla” vicende non altrimenti fruibili da chi non aveva accesso alla lettura. È di nuovo ci troviamo di fronte all’assunto crociano che rende contemporanea ogni vera arte: vecchio contenuto in nuova forma e nuovo contenuto in vecchia forma.

 

Descrizione tecnica del carretto siciliano

Il Carretto siciliano, adibito al trasporto merci dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo, è composto dal fonnu di càscia, cioè il pianale di carico prolungato anteriormente e posteriormente da due tavulàzzi, sul quale sono montati parallelamente due masciddàri (dal siciliano mascidda, “mascella”) ovvero le sponde fisse del carretto, e un puttèddu (portello posteriore). Ogni masciddaru è suddiviso equamente in due scacchi (i riquadri in cui vengono dipinte le scene).

Fra le aste sotto i tavulazzi vengono montate due parti in legno chiamate chiavi, una anteriore ed una posteriore. La prima altro non è che una semplice barra ricurva, la seconda invece consiste in un bassorilievo intagliato rappresentante una scena, solitamente cavalleresca.

Ciascuna delle due ruote è composta da 12 raggi definiti in siciliano iammòzzi (iammi, “gambe”) che congiungono il mozzo al cerchione, spesso arricchiti da intagli a fitte sezioni parallele (impòsti) o addirittura soggetti scolpiti quali fiori, aquile, sirene, o teste di paladino.

 

Laboratorio Saccardi: Roba mia, vientene con me